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domenica 21 aprile 2013

Scrum: in Italia, chiamiamolo Corner !

Il tema non è il calcio o il rugby, ma di comunicazione. Vorrei riportarvi alcune esperienze dirette che ho riscontrato parlando di Scrum con i team di sviluppo, ma non solo.

Quando introduci Scrum, la prima domanda che ti fanno è: cosa significa Scrum ?
La classica risposta è che si tratta della "mischia", una azione del rugby, in cui.... etc. etc.
In genere, si aggiunge che, in un team, non importa che tu sia difensore o attaccante. Se puoi, fai meta.




E fin qui tutto bene. Ma.... dopo un po', gli old-school manager sollevano le prime obiezioni: "Bello, ma chi fa cosa ? Chi ha in carico le azioni ? Qual è lo stato di avanzamento ? In una mischia, spesso non si capisce niente, lo dice la parola...".

E quindi si creano le prime diffidenze ed i primi scetticismi.
Durante una transizione verso l'adozione delle metodologie agili, questo è uno dei temi più delicati ed il middle-management vive un senso di smarrimento unito alla diffidenza.

Ma veniamo al titolo del post. La scorsa settimana sono stato a Palermo ed ho incontrato diversi team. Non sono nuovi a Scrum. Ci sono diversi Scrum Master certificati. Ma ho parlato di calcio, non di rugby. Ecco cosa gli ho detto.

Calcio d'angolo contro. Avete mai visto cosa succede in area di rigore ? Il portiere urla richiamando le posizioni. I difensori si auto-organizzano, si cercano con lo sguardo, valutano le posizioni, le marcature, le dinamiche, conoscono le indicazioni dell'allenatore, ma in campo ci sono loro.

Anche gli attaccanti, che in questa fase sono a difesa della loro porta, si strattonano con gli avversari. L'arbitro è costretto a rimandare la battuta del corner per sedare gli animi.
Uno degli attaccanti "difensori" rimane un po' più alto: potrebbe arrivare un rinvio e quindi una occasione per un contropiede. C'è un possibile schema provato e riprovato.

Spesso, in questa fase, ci sono colpi proibiti. Qualcuno esce con una maglietta strappata. Qualcuno addirittura tira i capelli all'avversario. L'allenatore (e l'esperienza) ti insegnano anche come fare fallo.

E se prendi un goal su palla inattiva... l'allenatore ne avrà per tutti quando si rientrerà negli spogliatoi.
Finisce il primo tempo: Inspect-Adapt. Se occorre, c'è spazio per i cambi. 
Finisce la partita, ci si ritrova il martedì per una sana retrospettiva e per preparare il prossimo incontro.


Ecco, questo è Scrum. Questa è una metafora che meglio descrive le dinamiche e lo spirito di Scrum agli italiani. In fin dei conti... quanti di noi sanno veramente cosa accade durante una mischia di rugby ? Noi, siamo cresciuti col pallone... La metafora del gioco del calcio è probabilmente più efficace per noi.
Non è un caso che se al lavoro trovi un "compagno di fede" (calcistica, ovviamente) hai un rapporto diverso.

Un team è una squadra. Esattamente come una squadra di calcio. Si gioca solo per vincere, anche se la nostra competizione è sul mercato.


Alla fine dei miei incontri con i team, leggevo negli occhi delle persone la voglia di giocare con uno spirito diverso, rinnovato.
Ma avevo parlato di calcio, del corner. Non della mischia del rugby.

E il middle-management ? Se gli parli di calcio, ti capiscono meglio. Capiscono che c'è una forte disciplina. Sparisce il  concetto della "mischia" come qualcosa fuori controllo. Del resto, un gol su mischia, è quasi un gol ottenuto per caso. Anche gli avversari tendono a sminuirne il valore parlando di "gollonzo".

Ed è per questo che a volte preferisco parlare di calcio e non di rugby. Usando questa metafora, ottengo un altro effetto. La mia comunicazione risulta più efficace.

Per questo, quando spiego Scrum, non parlo di "mischia" ma di "corner". 
Provateci !

domenica 7 aprile 2013

13 Tips per un Daily Scrum efficace

Il Daily Scrum è un meeting quotidiano, della durata massima di 15 minuti. Rappresenta l'opportunità del team per sincronizzare il proprio lavoro e per evidenziare impedimenti / ostacoli.

Questo meeting avviene con una formula molto efficace, che prevede che ogni team member risponda a tre semplici domande:

1) cosa sono riuscito a conseguire dall'ultimo meeting ?
2) cosa riuscirò a completare prima del prossimo meeting ?
3) quali ostacoli / impedimenti ho nel percorso ?




Fin qui tutto bene. Questo è quanto recita lo scrum primer. Cerchiamo ora di capire cosa effettivamente vuole ottenere questo meeting.

In un mio vecchio post, parlai della matrice di Stacey, in cui veniva evidenziato che i progetti software sono tipicamente concentrati nella regione "Complex" del piano. Da qui, l'esigenza di un approccio basato sul concetto della retroazione (inspect-adapt) che scrum implementa.

I tre "scrum pillars" sono infatti "transparency-inspect-adapt". Questo meeting attua proprio questo concetto su una scala di tempi quotidiana. E' quindi importante che ci sia trasparenza quando si risponde alla prima domanda.
In molti team poco preparati a Scrum, questo meeting viene bistrattato e scambiato con uno status meeting in cui si fa un report delle attività allo scrum master. Grave errore, spesso dovuto ad uno scrum master che non riesce ad essere efficace nell'insegnamento dello scrum al proprio team.

Ecco qualche consiglio per un Daily Scrum più efficace.

1) Prima di tutto, lo scrum master deve insegnare al team cosa è un daily scrum, a cosa serve. Poi deve verificare che i team member abbiano effettivamente riscontrato che si tratta di un loro momento irrinunciabile di pianificazione e coordinamento

2) Lo scrum master dovrebbe evitare di suonare l'adunata per richiamare a sé i team member (finiranno per odiarlo). Tutti conoscono l'orario ed il luogo. Ci si reca al meeting point, tipicamente nel luogo in cui c'è la board, e si comincia. Se i team member non si alzano, lo scrum master si alza in silenzio ed attende l'arrivo del team. Ci sarà spazio, nella retrospettiva, per capire e per sottolineare ai team member la relazione causa-effetto tra un daily scrum insano e, appunto, gli effetti negativi sul coordinamento e sulla pianificazione delle attività.

3) Una volta che i team member cominciano, lo scrum master si allontana leggermente, facendo sì che il meeting sia condotto dal team.

4) Allo scadere del 15° minuto, lo scrum master scioglie l'incontro.

5) Quando un team è in fase di apprendimento, lo scrum master è presente e spiega le fasi, correggendo gli errori. Superata questa fase, lo scrum master fa un passo indietro: la sua presenza non è più necessaria. Un team sano ha poco bisogno dello scrum master. E' il meeting dei team member.

6) Ogni team member esprime il proprio daily commitment. Tutti sapranno cosa aspettarsi per il giorno dopo.

7) Nell'esprimere il commitment, è sempre importante minimizzare il numero di task in progress e massimizzare quello di task completi (nota: questo concetto proviene dal lean). Meglio avere 5 task completi anzichè 10 in progress.

8) Attenzione ai task "in progress" da tanto tempo. Sono indice di un "malfunzionamento".

9) Estrema attenzione alla domanda: "quali ostacoli / impedimenti ho nel percorso ?". Lo scrum master aiuta il team per la loro rimozione.

10) Quando un team member parla, tutti gli altri lo seguono con estrema attenzione, realizzando un contatto visivo con chi parla. 

11) Mike Cohn suggerisce: lo scrum master eviti di prendere appunti durante il meeting. I team member verrebbero distratti dalla curiosità.

12) Lo scrum master, dopo la fine del meeting può "offrire" al team le proprie impressioni per migliorare l'efficacia del team.

13) Evitare la presenza dei manager. Abbasserebbe il livello di trasparenza e lascerebbe esprimere commitment poco realistici.

Questi sono alcuni consigli, ma ogni team ha la possibilità di darsi un proprio stile, un proprio set di regole.